Virginio Trivella, Coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Rete Irene, si è fatto portavoce delle critiche dell’associazione al Decreto Crescita con alcuni articoli pubblicati sul sito web.
Il Decreto rischia, a suo parere, di bloccare la riqualificazione energetica del Paese:
“Non è accettabile che un provvedimento inserito nel Decreto Crescita approvato sia costruito in modo talmente becero da bloccare, a partire dalla fine della Festa del Lavoro, un intero settore: chi, pur di beneficiare di una cessione a costo zero (per il cittadino, ma non per lo Stato), non vorrà attendere i tre (ma che dico?), sei, sedici mesi che l’Agenzia delle Entrate impiegherà per rilasciare il suo nuovo provvedimento, salvo poi scoprire che la ex municipalizzata di turno a cui necessariamente dovrà rivolgersi non è in grado di evadere la sua richiesta? (Per la cronaca, non sto dando i numeri: sedici è il numero dei mesi impiegati per far uscire il provvedimento del 19 aprile 2019 per la cessione dell’ecobonus sulle singole unità immobiliari).”
Addirittura favorendo l’elusione fiscale:
“Ma non è accettabile che un provvedimento di legge così mal concepito istighi l’elusione fiscale di massa; e sia causa di un futuro contenzioso sistematico.”
Trivella riassume le critiche in alcuni punti chiave:
- Determina una fortissima concentrazione del mercato della riqualificazione energetica in capo a pochissimi grandi operatori dell’energia.
- Determina una forte distorsione del mercato.
- Comporta un grave rischio di diffuso contenzioso fiscale.
- Non determina alcuna semplificazione
- Determina il rischio concreto di restrizione del mercato (cioè l’esatto contrario della finalità del Decreto Crescita).