L’Europa sta preparando una nuova flotta di satelliti che monitoreranno le emissioni di CO2 in ogni punto della terra, creando il primo sistema mondiale per il monitoraggio indipendente degli inquinatori.
La flotta dovrebbe essere lanciata nel 2025, come confermato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Il progetto è a buon punto. L’ESA ha avviato consultazioni con l’industria per la costruzione della nuova navicella spaziale Sentinel 7, il cui costo stimato è di 633 milioni di euro. Il finanziamento dipende dal bilancio UE 2021-2027, che deve essere approvato dal Parlamento europeo e dagli Stati membri.
Una volta in orbita, i satelliti creeranno il primo sistema di osservazione globale del gas più responsabile del riscaldamento del pianeta. Il progetto ha profonde implicazioni per l’accordo di Parigi sul clima e la politica globale dell’inquinamento.
Le attuali misurazioni di CO2 sono solo approssimative.
In questo momento, gran parte delle emissioni di CO2 dell’umanità viene misurata approssimativamente, con dati forniti dai paesi sui combustibili bruciati all’interno dei loro confini. Questi dati possono dare una buona approssimazione, in particolare nei paesi altamente sviluppati. Ma le cose si confondono dove i governi non sono in grado di tracciare e misurare la loro economia in dettaglio; questo è il caso in gran parte del mondo.
“Gli inventari globali non sono ancora in grado di fornire un quadro completo delle emissioni di gas serra di origine umana”, ha detto Dominique Blain, membro della task force dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) incaricata di migliorare questo reporting.
I satelliti attualmente in orbita danno una scarsa visione delle emissioni globali di CO2. Il principale limite tecnico è la loro ‘risoluzione’, la larghezza della striscia di terra che osservano mentre si muovono sul pianeta.
I tre nuovi Satelliti vedranno ciascuno 250 km di superficie, catturando i grandi pennacchi di gas creati dalle centrali elettriche e dalle città. Orbiteranno 14 volte al giorno. Michael Buckwitz, fisico dell’Università di Brema e consulente del progetto, ha detto che ogni fonte di CO2 sulla terra sarebbe controllata ogni due o tre giorni.
I tre satelliti europei si uniranno ad altri che si prevede di lanciare da Cina, Giappone e Stati Uniti, che condivideranno le loro osservazioni.
Comunicazione in tempo reale delle emissioni
Maggiori informazioni permetteranno ai responsabili politici di valutare in tempo reale l’impatto delle loro decisioni. Per la prima volta, ad esempio, un sindaco potrebbe vedere come una nuova tassa sulla congestione riduce le emissioni da una settimana all’altra.
Aiuterà anche gli scienziati a rispondere a domande chiave sul ciclo del carbonio, come ad esempio se l’attività umana ha fatto sì che le foreste pluviali diventino fonti di carbonio, piuttosto che pozzi di assorbimento.
I dati saranno disponibili al pubblico, portando un nuovo elemento di responsabilità nei confronti dell’inquinamento globale da carbonio. Ai sensi dell’accordo di Parigi, un censimento delle emissioni avverrà ogni cinque anni, a partire dal 2023.
L’Europa è determinata a far volare i satelliti entro il 2025 in modo che possano fornire i dati per la revisione del 2028. Questa nuova risorsa arriverà in un momento cruciale. Gli impegni assunti da molti paesi nei confronti dell’accordo di Parigi hanno promesso un obiettivo in materia di emissioni per il 2030.