RISE 2018 è un rapporto curato dalla World Bank che misura i progressi politici in 133 paesi in materia di energie rinnovabili, efficienza energetica, accesso all’elettricità e accesso alla cottura non inquinante
Secondo RISE 2018 il numero di paesi con un quadro programmatico solido per l’energia sostenibile è più che triplicato – da 17 a 59 – tra il 2010 e il 2017, e molti dei maggiori paesi consumatori di energia del mondo hanno migliorato significativamente le loro normative sulle energie rinnovabili dal 2010, secondo RISE 2018, un nuovo rapporto della Banca Mondiale che traccia i progressi globali sulle politiche energetiche sostenibili.
I progressi sono stati ancora più marcati nel campo dell’efficienza energetica, con una percentuale di paesi che hanno istituito quadri programmatici avanzati che sono più che decuplicati tra il 2010 e il 2017. E tra i paesi con una popolazione numerosa che vive senza elettricità, il 75% ha messo in atto, entro il 2017, le politiche e i regolamenti necessari per espandere l’accesso all’energia.
Ma, come chiarisce il rapporto RISE 2018, ci sono barriere significative al progresso globale in materia di energia sostenibile. Mentre i paesi continuano a concentrarsi sulle politiche energetiche pulite per l’elettricità, le politiche per la decarbonizzazione del riscaldamento e dei trasporti – che rappresentano l’80% del consumo energetico globale – continuano ad essere trascurate.
“RISE 2018 conferma i numeri che rendono chiaro che la politica è un indicatore chiave della transizione energetica sostenibile a livello mondiale”, ha dichiarato Riccardo Puliti, Senior Director for Energy and Extractives della Banca Mondiale. “Ma il rapporto contiene anche un avvertimento: senza un’adozione accelerata di buone politiche e una forte applicazione, gli obiettivi climatici mondiali sono a rischio”.
Questo slancio è stato particolarmente marcato nelle energie rinnovabili. Tra i paesi coperti da RISE, solo il 37% aveva un obiettivo nazionale per le energie rinnovabili nel 2010. Nel 2017, tale percentuale era salita al 93%. Entro il 2017, l’84% dei paesi disponeva di un quadro giuridico a sostegno della diffusione delle energie rinnovabili, mentre il 95% ha permesso al settore privato di possedere e gestire progetti di energia rinnovabile. Nello stesso periodo, la quota dei paesi che hanno adottato una legislazione nazionale sull’efficienza energetica è passata dal 25 per cento all’89 per cento.
Nei paesi con un deficit di accesso all’elettricità, i responsabili politici rivolgono sempre più spesso la loro attenzione a soluzioni off-grid per colmare il divario. La quota dei paesi a basso accesso che adottano misure a sostegno delle mini-reti e dei sistemi solari domestici è salita dal 15 per cento circa nel 2010 al 70 per cento nel 2017.
Negli stessi paesi, tuttavia, il deterioramento della posizione fiscale dei servizi pubblici nazionali sta mettendo a rischio il progresso. Tra i paesi con scarso accesso all’energia, il numero di servizi che soddisfano i criteri di base di affidabilità creditizia è sceso dal 63 per cento nel 2012 al 37 per cento nel 2016.