La Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in collaborazione con gli economisti di Cles Srl, ha calcolato che realizzando le misure per raggiungere questi gli obiettivi green si attiverebbero circa 190 mld di investimenti con circa 682 miliardi di aumento della produzione e 242 mld di valore aggiunto, creando circa ottocentomila nuovi posti di lavoro al 2025. Questi numeri emergono dallo studio Rilanciare l’economia e l’occupazione in Italia con misure e politiche al 2025 per 5 obiettivi strategici di green economy.
In Italia è possibile dare un forte impulso ad uno sviluppo sostenibile e a un aumento importante dell’occupazione – che potrebbe raggiungere ottocentomila addetti in sei anni – affrontando con misure adeguate alcune grandi problematiche ambientali. Tra queste:
- la crisi climatica, con la riduzione dei consumi di energia nelle case, nelle scuole e negli uffici
- con un forte aumento delle energie rinnovabili;
- i forti impatti generati dallo spreco di risorse e dallo smaltimento dei rifiuti accelerando il cambiamento verso l’economia circolare;
- il miglioramento delle città con un programma rigenerazione urbana;
- un percorso per una mobilità sostenibile.
“Lo studio – sottolinea Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo Sostenibile – documenta come sia arretrato il pregiudizio che porta a ritenere che ogni misura ambientale sia solo un costo economico e come, invece, servano misure ambientali efficaci per prevenire e ridurre costi crescenti generati dalla crisi climatica, da un modello lineare di economia, da città inquinate e congestionate. E come queste misure possono essere oggi anche una formidabile leva di nuovo sviluppo sostenibile e di nuova occupazione”.
I cinque obiettivi e la stima dei loro impatti economici e occupazionali:
1° Obiettivo. Una più efficace riduzione dei consumi di energia in edifici, scuole e uffici.
Ristrutturando 35 mln di m2 dei quali un terzo a bassissimi consumi energetici. Oltre il 40% dei consumi energetici finali in Italia è riconducibile al settore residenziale e terziario: si tratta del comparto più energivoro del Paese. Per compiere questa vasta operazione di risparmio energetico sono necessari investimenti di 19,3 mld in sei anni; 8 mld per i pubblici e 11,3 mld per i privati). I primi potrebbero essere finanziati spostando l’intera dotazione del conto termico su questi interventi.
Per quanto riguarda il settore privato, abitazioni e uffici, si potrà continuare ad utilizzare il meccanismo dell’ecobonus che potrebbe arrivare a finanziare il 75% degli interventi Questi dovrebbero essere affiancati per la parte rimanente (25%) delle ristrutturazioni energetiche profonde da un meccanismo di prestito agevolato alimentato dal Fondo nazionale per l’efficienza energetica, integrandolo ed estendendolo fino al 2025. Questi investimenti creerebbero un incremento della produzione quantificabile in circa 62,7 mld€, un incremento del valore aggiunto di circa 23,4 mld€ e 130.600 nuovi occupati al 2025.
2° Obiettivo. Un forte aumento delle rinnovabili per allinearsi agli obiettivi di Parigi.
Al 2025 le rinnovabili elettriche dovrebbero raggiungere il 50% dei consumi; le rinnovabili termiche dovrebbero aumentare di circa il 33%; bisognerebbe alzare il tetto per il biometano fino a 1,5mld m3, con investimenti totali pari a 104 mld€ al 2025. Per raggiungere questi obiettivi è necessario rendere più efficaci le normative e le procedure esistenti e sono necessari strumenti economici idonei.
Per finanziare la parte non coperta dai meccanismi esistenti, si propone di istituire un Fondo nazionale per la transizione energetica alimentato da diverse fonti:
- proventi dell’Ets,
- parte dei sussidi ambientalmente dannosi,
- l’introduzione di un sistema di carbon pricing, utilizzando parte dei proventi anche per ridurre il prelievo sul lavoro, da applicare anche al contenuto di carbonio dei prodotti importati con una climate border tax.
Queste misure e questi investimenti creerebbero un incremento della produzione di 335,7 mld€; un valore aggiunto di 115,8 mld€ e un aumento dell’occupazione di 312.000 unità al 2025.
3° Obiettivo. Realizzare un rapido cambiamento verso l’economia circolare.
Recependo e attuando il pacchetto di Direttive europee in materia di rifiuti e di economia circolare, l’Italia dovrebbe anticipare al 2025 l’obiettivo europeo del 60% di riciclo di rifiuti urbani e assimilati fissato al 2030, attraverso una raccolta differenziata di oltre il 70%. Portare il riutilizzo e la preparazione per il riutilizzo al 10% dei rifiuti urbani. Anticipare al 2025 l’obiettivo europeo del 70% in peso di riciclo degli imballaggi fissato al 2030 e gli obiettivi di riciclo delle diverse filiere, con particolare attenzione al 55% delle plastiche. Aumentare la raccolta della frazione organica dei rifiuti urbani; adeguare la disponibilità degli impianti; migliorare almeno il 50% degli impianti esistenti per la produzione di biometano.
Aumentare all’80% il riciclo dei rifiuti speciali. Migliorare il riciclo di qualità degli inerti da costruzione e demolizione e di altri rifiuti. Aumentare il riutilizzo dei rifiuti speciali. Incrementare al 2025 il settore delle riparazioni del 25% e quello del leasing del 15%. Gli investimenti per queste misure sono quantificati in 11,1 mld; genererebbero un incremento della produzione quantificabile in oltre 104,5 mld€; un valore aggiunto di 38,5 mld e oltre 149.000 occupati al 2025.
4° Obiettivo. Una migliore qualità della città con un programma di rigenerazione urbana.
Le città più avanzate e dinamiche nel mondo sono quelle che hanno puntato su programmi di rigenerazione urbana secondo il modello delle green city. Il nuovo Programma di rigenerazione urbana per il periodo 2020-2025 dovrebbe essere fondato su una strategia integrata per le diverse politiche settoriali, attraverso:
- il recupero delle aree dismesse,
- la manutenzione del patrimonio edilizio,
- l’housing sociale,
- misure di adattamento climatico,
- infrastrutture verdi.
Il programma permetterebbe una crescita della produzione di oltre 93 mld€; un valore aggiunto di oltre 35 mld €e nuova occupazione di oltre 96.000 unità al 2025.
5° Obiettivo; una mobilità urbana più sostenibile per abbattere smog e congestione.
Per passare ad uno nuovo sistema di mobilità occorre incrementare la mobilità condivisa:
- quella dei mezzi pubblici con un consistente rinnovo del parco autobus e almeno 4.000 Km di nuove corsie preferenziali;
- potenziando i sistemi innovativi di sharing mobility.
Occorre inoltre potenziare la mobilità ciclo pedonale realizzando, entro il 2025, 13.000 km di nuove piste ciclabili e promuovere l’elettrificazione dei veicoli e stendendo fino al 2025 l’incentivo previsto dalla legge di bilancio 2019 non solo alle auto e agli scooter ma anche ai:
- veicoli commerciali leggeri,
- ai quadricicli
- alle biciclette.
Questo piano prevede un investimento di 26 mld e produrrebbe un incremento della produzione pari a circa 86 mld€, del valore aggiunto di 29 mld€ e un aumento dell’occupazione di oltre 111.000 unità di lavoro al 2025.
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