Il biometano può avere un ruolo fondamentale nella strategia energetica del nostro Paese quando prodotto secondo criteri di rispetto ambientale e di sostenibilità. E’ quanto sostenuto da Legambiente in una giornata di lavoro promossa a Bologna con il sostegno della Regione Emilia Romagna.
Il biometano è definito nel D.Lgs. 28/2011 come quel “gas ottenuto a partire da fonti rinnovabili avente caratteristiche e condizioni di utilizzo corrispondenti a quelle del gas metano e idoneo all’immissione nella rete del gas naturale”.
La produzione del biometano può avvenire nel rispetto della biodiversità e compatibilmente con funzione di immagazzinamento del carbonio svolta da foreste. Esso si ottiene sia dagli scarti di biomasse di origine agricola, sia dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani derivante da raccolta differenziata. Il consumo di biometano avviene quasi senza emissioni dannose per il clima. Il biometano è chimicamente uguale al gas naturale con cui può essere miscelato e distribuito nelle reti cittadine.
Attualmente in Italia vi sono solo sette impianti a biometano di cui 6 a scopo dimostrativo. nonostante il potenziale producibile al 2030 si stima possa gli 8,5 miliardi di metri cubi.
“Lo sviluppo del biometano – ha commentato Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili – avrà forti sinergie con due asset fondamentali del nostro Paese in tema di politiche energetiche: la rete nazionale del gas naturale, una delle più capillari ed estese d’Europa, in cui potrebbe essere immesso; e il parco auto a metano, di gran lunga il più importante d’Europa, che, grazie al biometano, potrebbe svilupparsi ulteriormente. Evidenti sono anche i vantaggi per la nostra salute: secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, è dell’Italia il triste primato di morti premature per l’inquinamento dell’aria. assoRinnovabili accoglie pertanto con favore l’ormai imminente pubblicazione del provvedimento che pone fine ad anni di ritardi e a un vuoto normativo che ha reso impossibile la realizzazione di iniziative imprenditoriali.”
“La produzione di biometano – ha dichiarato il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani – è un anello fondamentale per il corretto trattamento dei rifiuti biodegradabili nell’ambito del nuovo scenario dell’economia circolare europea. A tal proposito, è fondamentale costruire impianti di digestione anaerobica, in particolare nel centro sud Italia che ne è ancora sprovvisto. Anche il settore agricolo può dare il suo contributo, tenendo conto però dell’efficienza dell’uso del suolo, dando priorità agli scarti agricoli e alle biomasse di integrazione rispetto alle colture dedicate, e senza entrare in conflitto con la produzione di cibo.