La macchina del tempo è il titolo di un evento in cui è ricostruito, con la realtà virtuale HTC Vive, il paesaggio urbano della Bologna medievale in cui si eriggevano circa 200 torri.
L‘evento si tiene nel Museo della Storia di Bologna, sede di Palazzo Pepoli, via Castiglione 8, dall’8 aprile 2017 al 7 gennaio 2018. La macchina del tempo consente letteralmente di “entrare” dentro alla Storia, in uno scenario perfettamente ricostruito in 3D da un computer collegato a due proiettori. Un visore e una fascia lombare sono le uniche due apparecchiature da indossare per fare un vero e proprio viaggio nel tempo durante il quale il visitatore ha la possibilità di camminare dentro la scena, passeggiando per le strade e salendo sulle numerose torri della Bologna medievale, per poi spiccare il volo e librarsi fra le torri cittadine. Diversamente dalle ricostruzioni 3D a cui siamo abituati, e che si guardano, con la realtà virtuale si interagisce con tutto il corpo. Girando la testa la scena cambia, camminando nella stanza che ospita l’installazione si vive la sensazione di camminare realmente in una strada cittadina popolata da passanti virtuali molto realistici.
La macchina del tempo è una bellissimo esempio di come la tecnologia possa essere applicata, in questo caso, alla storia, Ma anche delle enormi potezialita che lo strumento mette a disposizione di progettisti, ingegneri e architetti, i quali potrebbero presentare non un semplice rendering fototealistico delle loro creazioni, ma un’esperienza completa, immersiva, che renda l’idea delle dimensioni, degli spazi e della loro collocazione. Enormi possibilità si prono anche nel campo della formazione, dove al posto di semplici filmati, il discente potrebbe interagire realmente con i dispositivi e gli apparati di cui deve apprendere il funzionamento.
La macchina del tempo è un evento quindi che interessa un enorme pubblico: da chi è interessato allo storia di Bologna, a chi è curioso di provare una nuove tecnologia; dal progettista che cerca nuovi strumenti per arricchire il proprio lavoro al formatore che vuole essere all’avanguardia.