ITALIA SOLARE, tra l’11 e il 13 marzo, ha condotto un’indagine sugli associati operatori per capire come l’emergenza Covid-19 stia avendo i suoi effetti su tutta la catena del fotovoltaico e quali possano essere le soluzioni per affrontare il post-emergenza.
Le figure coinvolte nell’indagine sono state installatori di impianti FV, progettisti, distributori, produttori di materiali, EPC- General Contractor – O&M e sviluppatori di impianti.
Se all’inizio della diffusione del Coronavirus in Cina si è temuto che la mancanza di forniture potesse mettere in difficoltà la realizzazione degli impianti senza tuttavia impattare sull’attività quotidiana, oggi la situazione è differente, gli operatori si trovano nell’impossibilità di chiudere i cantieri aperti e di sviluppare nuovo business.
Il 74% degli operatori ha registrato un calo degli ordini dall’inizio della crisi, con una riduzione che va dal 10 al 30% per il 40% degli intervistati, e c’è addirittura un 10,6 % che ha registrato una diminuzione tra il 70 e l’80%. Sull’arco temporale dei prossimi 4 mesi lo scenario non è roseo; 2 su 5 tra chi ha risposto prevede un calo di oltre il 50 percento degli ordini prima dell’estate.
In termini di prezzi la maggioranza degli operatori non ha registrato un aumento dall’inizio della crisi a oggi, fatta eccezione per un 20% che invece ha rilevato per la metà dei casi un aumento tra il 5 e il 10%. Anche su una prospettiva semestrale non ci sono particolari timori, se non per il 7% degli intervistati che temono in un rialzo dei prezzi di oltre il 15%, mentre il 35% stima un rincaro tra il 5 e il 10%.
Sul fronte degli approvvigionamenti, se a oggi la metà degli intervistati non ha registrato problemi, da qui alla fine del primo semestre il 79% degli operatori stima di avere dei problemi.
Tra le principali difficoltà riscontrate in questo periodo la possibilità di chiudere i lavori, ma anche di avviare lavori già appaltati e la possibilità di effettuare sopralluoghi.
Per superare la crisi gli operatori chiedono al governo soprattutto di intervenire con un incremento del credito d’imposta per le aziende e un incremento della percentuale di detrazione fiscale per l’installazione di impianti FV per persone fisiche, ma anche con contributi a fondo perduto e finanziamenti dedicati.