Le emissioni di CO2, dopo anni di stasi, aumentano nel 2017 e quasi certamente anche nel 2018. E’ la conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista “Environmental Research Letters.”
Le temperature globali continuano ad aumentare. I cinque anni più caldi come temperature globali medie si sono verificati a partire dal 2010 (dati NOAA). Quest’anno si candida per essere il secondo anno più caldo dopo il picco dell’anno scorso.
Le emissioni di anidride carbonica (CO2) prodotte dai combustibili fossili e dall’industria rappresentano circa il 90% di tutte le emissioni di CO2 delle attività umane. Negli ultimi tre anni tali emissioni sono rimaste stabili, nonostante la continua crescita dell’economia mondiale. Molte tendenze positive hanno contribuito a questa situazione di stabilità, tra cui la riduzione del consumo di carbone in Cina e altrove, il continuo miglioramento dell’efficienza energetica e il boom delle energie rinnovabili a basse emissioni di carbonio come l’eolico e il solare. Tuttavia, l’interruzione temporanea sembra essere terminata nel 2017. Per il 2017 è prevista una crescita delle emissioni del 2,0% (range: 0,8%-3,0%) rispetto ai livelli del 2016, raggiungendo il record di 36,8 ± 2 Gt CO2. Le proiezioni economiche indicano che nel 2018 è probabile un ulteriore aumento delle emissioni.
Nonostante i 161 GW installati di capacità di generazione da fonti rinnovabili nel 2016, l’uso di combustibili fossili a livello mondiale continua ad aumentare. Il consumo globale di carbone è diminuito del -1,7% nel 2016 e del -0,7% in media negli ultimi cinque anni, ma si prevede che aumenterà nel 2017. L’ uso globale di petrolio e gas naturale è aumentato del ~1,5% nel 2016. Il consumo di petrolio è salito a 97 milioni di barili al giorno (bpd) e si prevede un ulteriore aumento dell’1,7% nel 2017. Infatti, la domanda globale di petrolio dovrebbe superare la soglia dei 100 milioni di bpd entro pochi anni, superando potenzialmente il carbone come principale fonte di emissioni di CO2 nell’arco di un decennio. La crescita annua del consumo totale di petrolio nella regione Asia-Pacifico, pari o superiore al 3%, ha contribuito maggiormente a tale aumento, anche se il consumo pro capite è ancora inferiore a quello degli Stati Uniti e dell’Unione europea.