Nel 2017 la percentuale di consumi energetici totali coperti dalle fonti rinnovabili è stata di circa il 18%, pari a 22 Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep). Di questi, il 51%, ha riguardato i consumi nel settore termico, il 44% il settore elettrico e, il restante 5%, i trasporti. Si tratta di risultati che, complessivamente, hanno consentito all’Italia di raggiungere e, addirittura, superare, l’obiettivo del 17% fissato dall’Europa al 2020. Resta, però, ancora molto da fare e il GSE, quale Istituzione il cui compito è la promozione dello sviluppo del settore, nei prossimi anni intende fornire un nuovo e importante supporto alle Autorità competenti per raggiungere gli altrettanto nuovi e più sfidanti obiettivi del Piano Energia e Clima.
“Sono convinto che le conoscenze, le competenze e il patrimonio di dati che il GSE ha a disposizione potranno fare la differenza nella nostra azione di supporto al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati insieme a tutti i Paesi della UE“, ha detto l’Amministratore delegato del GSE, Roberto Moneta, auspicando per il futuro “un aggiornamento delle misure, l’adozione di nuovi strumenti, la revisione di quelli esistenti e iniziative innovative, finalizzate a un deciso cambio di passo, sia per l’efficienza energetica che per le rinnovabili anche in collaborazione con partner pubblici quali, ad esempio, l’ENEA“.
Negli ultimi 5 anni si è assistito a una crescita media annua di 0,3 punti percentuali dei consumi energetici soddisfatti dalla produzione da rinnovabili favorita, in parte, anche da una diminuzione tendenziale dei consumi stessi per la congiuntura economica internazionale. Continuando in questa direzione, al 2030 il Paese raggiungerebbe un obiettivo del 22%, ben lontano dal 30% che si pone il Piano Energia e Clima.
Per questa ragione, al fine di potenziare l’azione del GSE nel sollecitare e sostenere l’aumento della produzione da fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, “Reputiamo che sia necessario“, ha spiegato il Presidente del GSE Francesco Vetrò, “adottare nuovi strumenti e modelli di dialogo con tutti gli attori dei settori pubblico e privato nelle diverse scale territoriali, in un’ottica di coinvolgimento e collaborazione“. “È in questo modo“, ha proseguito Vetrò, “che intendiamo interpretare il ruolo del nuovo GSE: quello di un’istituzione al servizio di cittadini e operatori, in grado di condurre una più attenta interlocuzione e un confronto costruttivo“.
Per quanto riguarda l’avvio del prossimo triennio, l’azione del nuovo Vertice avrà come obiettivo un rafforzamento delle attività di servizio del GSE, per rendere tutti gli interlocutori più consapevoli e informati. Inoltre, il GSE intende porsi come un punto di riferimento per le politiche energetico-ambientali sul territorio e, in particolare, della Pubblica amministrazione. Dal punto di vista del funzionamento interno, il nuovo corso porterà con sé il miglioramento della qualità dei processi operativi interni, in un’ottica di semplificazione e ottimizzazione degli stessi.
“Per accompagnare le imprese e i cittadini nel percorso di transizione energetica verso il 2030“, ha dichiarato il Sottosegretario allo Sviluppo economico Davide Crippa, “avremo bisogno di un soggetto capace di osservare e ascoltare le esigenze di tutti gli operatori del mondo dell’energia, fornire risposte tempestive e coerenti e agevolare le diverse opportunità. Ritengo che il GSE possa interpretare appieno questo ruolo. Sono sicuro, inoltre“, ha aggiunto Crippa, “che i vertici del GSE sapranno dare alla società un volto nuovo, favorendo il dialogo e il confronto con gli stakeholder per promuovere efficienza e rinnovabili, rilanciando gli investimenti immobilizzati da troppo tempo e ribaltando la percezione di un GSE controllore e burocrate arcigno, immagine che, siamo sicuri, non appartenga più a questa struttura.”