Sulla base dei prezzi rilevati da Eurostat si stima che il valore del mercato elettrico delle piccole imprese sia di 14,2 miliardi di euro, di cui circa un terzo, pari a poco meno di 4,5 miliardi di euro, nella classe fino a 20 MWh e i restanti due terzi, pari a 9,8 miliardi di euro nella classe di consumo tra 20 e 500 MWh. Sul fronte del costo dell’energia elettrica il sistema delle piccole imprese italiane presenta ancora un forte gap di competitività. Questa è la sintesi fatta recentemente da Confartigianato.
Nel segmento di mercato di riferimento per le piccole imprese, comprendente le classi di consumo fino a 500 MWh, si addensa il 99,1% dei punti di prelievo (7 milioni 138 mila) e il 40,3% dei consumi non domestici (77.907 GWh). Nel dettaglio si osserva che nella tutela con potenza impegnata fino a 16,5 kW si trova il 39,4% dei punti di prelievo totali del segmento e il 9,5% dei volumi e nella tutela con oltre 16,5 kW di potenza si trova il 3,0% dei punti di prelievo e l’8,6% dei volumi; nel mercato libero il 57,6% delle utenze del segmento determina l’81,9% dei consumi; quest’ultima quota è naturalmente correlata con il consumo dell’impresa e oscilla dal minimo del 57,8% per consumi fino a 5 MWh al massimo del 93,7% per consumi tra 100 e 500 MWh. Per il segmento di piccola impresa il consumo medio in maggior tutela fino a 16,5 kW di potenza è di 2.627 kWh per punto di prelievo mentre oltre i 16,5 kW sale a 31.376 kWh; nel mercato libero il consumo per ciascun punto è di 15.512 kWh.
L’analisi per classi di consumo evidenzia che fino a 5 MWh di consumi si addensa il 70,1% dei punti di prelievo del segmento di piccola impresa e l’8,6% dei consumi, tra 5 e 20 MWh il 18,1% delle imprese consumatrici determina il 16,8% dei volumi, tra 20 e 100 MWh il 9,8% dei punti di prelievo determina il 37,1% dei volumi e infine tra 100 e 500 MWh il 2,0% dei punti di prelievo determina il 37,5% dei volumi.
Affinando ulteriormente l’analisi del segmento di utenze composto da micro e piccole imprese per livello di tensione, si osserva che l’energia distribuita per ‘Altri usi’ – il non domestico esclusi regimi speciali e illuminazione pubblica e punti di emergenza – il volume di energia elettrica in bassa tensione rappresenta il 34,9% del totale, quello di media tensione il 48,1% mentre all’alta e altissima tensione si riferisce il restante 17,0%. Il consumo medio per un’impresa in bassa tensione è di 9.994 kWh, sale a 944.850 kWh in media tensione per arrivare a 45.883.311 kWh in alta e altissima tensione.