Un interessante articolo sulla dipendenza del fonti rinnovabili da materiali non rinnovabili è comparso sul periodico on line “The Conversation“. Eccone un riassunto.
L’energia rinnovabile è generalmente considerata una soluzione a lungo termine ai cambiamenti climatici. Tuttavia, c’è un aspetto problematico: l’energia rinnovabile dipende dalle risorse naturali che esistono sul pianeta Terra in quantità fisse e sono in gran parte non rinnovabili. La questione degli elementi terrestri rari, utilizzati in molte tecnologie, compresi i pannelli solari e le batterie, è ben nota. Anche se questi elementi non sono sempre così rari come suggerisce il nome, sono finiti e non rinnovabili. Inoltre, un solo paese, la Cina, ha attualmente il monopolio sulla produzione della maggior parte di questi elementi, il che solleva la questione della sicurezza energetica.
Ma a parte le terre rare, ci sono altri materiali non rinnovabili utilizzati per le energie rinnovabili – e il litio ne è un buon esempio. Poiché è altamente reattivo e relativamente leggero, il litio è ideale per l’uso nelle batterie. E la capacità di immagazzinare grandi quantità di energia è fondamentale per l’energia rinnovabile, perché il sole e il vento sono intermittenti.
Una importante applicazione del litio è nelle batterie dei veicoli elettrici e ibridi. Questi veicoli hanno certamente un grande potenziale per ridurre le emissioni di anidride carbonica, ma, a lungo termine, la loro fattibilità sarà messa in discussione dall’uso del litio nelle loro batterie.
Un rapido calcolo mostra che, se tutte le auto convenzionali (quelle che utilizzano benzina/gas o diesel) fossero sostituite da auto elettriche, il mondo finirebbe il litio in circa cinque decenni.
L’US Geological Survey, stima che ci sono attualmente 14 milioni di tonnellate di riserve di litio comprovate in tutto il mondo. Oggi, una batteria compatta per veicoli elettrici (Nissan Leaf) consuma circa 4 kg di litio. Ciò significa che sarebbero necessarie circa 250.000 tonnellate di litio all’anno per produrre un numero sufficiente di auto elettriche per sostituire i loro equivalenti a benzina. A questo ritmo, i 14 milioni di tonnellate di riserve accertate verrebbero esaurite entro 51 anni.
Il riciclaggio del litio delle batterie usate non è preso in considerazione in questa sede. Ma è importante notare che le auto elettriche non sono l’unico prodotto che utilizza il litio. Attualmente, le batterie utilizzano circa il 39% della produzione totale di litio, mentre il resto è destinato a ceramica e vetro, grassi lubrificanti e altre applicazioni. Quindi, anche se immaginiamo che il 100% del litio nelle batterie usate sia stato recuperato (non tecnicamente possibile), gran parte di ciò verrebbe comunque utilizzato per altri scopi, e le forniture alla fine sarebbero comunque esaurite.
Il mondo non sta ancora esaurendo il litio perché le energie rinnovabili e i veicoli elettrici non sono vicini a sostituire completamente i combustibili fossili. In futuro, tuttavia, la domanda aumenterà, il che potrebbe indurre ulteriori esplorazioni e forse la scoperta di nuove riserve, o addirittura il miglioramento delle tecnologie minerarie per rendere più accessibile a noi il metallo. Tutto questo potrebbe far durare il litio più a lungo, ma ciò non significa che saremo in grado di utilizzarne una quantità enorme a tempo indeterminato.
Il litio è solo un esempio di una preoccupante dipendenza delle energie rinnovabili da risorse naturali non rinnovabili che esistono solo in quantità fisse sulla Terra. L’energia solare ed eolica hanno grandi potenzialità per far fronte ai problemi del cambiamento climatico, ma è necessaria una pianificazione molto attenta e non possiamo presumere che le energie rinnovabili risolvano tutti i problemi ambientali.
Ora è il momento giusto per creare impianti di riciclaggio di elementi terrestri rari e di altre risorse naturali non rinnovabili utilizzate in sistemi di energia rinnovabile come il litio. Ancora più importante, è necessario ridurre il nostro consumo di risorse naturali. Se continuiamo con un consumismo senza cervello, sposteremo il problema da una risorsa naturale ad un’altra.