Un progetto del Gruppo Hera per il nuovo impianto che sorgerà entro il 2018 a Sant’Agata Bolognese (Bo), all’interno del sito di compostaggio già attivo, prevede di produrre 7 milioni e mezzo di metri cubi di biometano ogni anno a partire dalla raccolta differenziata di 135 mila tonnellate di rifiuti organici e verde.
Nell’impianto di S. Agata Bolognese si avvierà un processo con grandi potenzialità: grazie all’implementazione delle nuove e migliori tecnologie di digestione anaerobica (la svizzera Kompogas) e up-grading (la svedese Malberg) si produrrà biometano senza rinunciare al recupero di materia e alla produzione di compost per agricoltura. Da 100.000 tonnellate annue di rifiuti organici della raccolta differenziata, a cui si sommeranno 35.000 tonnellate dalla raccolta di verde e potature, sarà possibile ricavare a regime 20.000 tonnellate di compost e 7,5 milioni di metri cubi di biometano, evitando un utilizzo di combustibile fossile pari a oltre 6.000 tonnellate equivalenti di petrolio annue pari a 14.600 tonnellate di CO2 evitate. Il biometano potrà così diventare carburante per i veicoli a metano e per il trasporto pubblico locale, grazie a partnership con aziende di trasporto pubblico locale e i cittadini potranno muoversi su automezzi totalmente alimentati dal nuovo combustibile green. Si tratta di un’iniziativa quindi che, se replicata, può rappresentare un contributo importante per la strategia energetica nazionale e per il raggiungimento dei target europei del 20-20-20.
“Si tratta di un intervento all’insegna dell’innovazione, una vera attuazione dei principi dell’economia circolare: al termine di una Valutazione di impatto ambientale rigorosa, abbiamo dettato prescrizioni precise per un progetto che si basa sull’utilizzo delle migliori tecnologie previste su scala comunitaria – spiega Paola Gazzolo, assessore regionale alle politiche ambientali – Il nuovo impianto rappresenta una delle prime esperienze nel suo genere in Emilia-Romagna: una tappa importante verso il pieno recupero dei rifiuti, per farne vere risorse”.
L’Emilia-Romagna produce circa il 16% del biogas italiano (dal cui trattamento si ottiene il biometano), ed è seconda, dietro alla Lombardia. Le potenzialità del biometano in Emilia-Romagna sono molto interessanti: dalle biomasse di scarto si possono ottenere tra i 300 e i 350 milioni di metri cubi all’anno, che in termini energetici significa una potenza elettrica di 150 megawatt.
“Anche da qui passa transizione verso un nuovo modello economico che si fonda sul recupero e il riutilizzo: le risorse su cui possiamo contare sono limitate, per cui bisogna mantenere il più a lungo possibile il valore dei prodotti e dei materiali – conclude Gazzolo – Il progetto di Hera va appunto in questa direzione, nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini”.