L’Energy Transition Index, mette a confronto i settori energetici di 115 paesi e analizza il loro grado di preparazione alla transizione energetica. L’Energy Transition Index è contenuto nel rapporto Fostering Effective Energy Transition 2019 del World Economic Forum.
L’Energy Transition Index analizza i sistemi energetici dei paesi sulla base di un “triangolo energetico”, che comprende
- la sicurezza e l’accesso all’energia,
- lo sviluppo e la crescita economica,
- la sostenibilità ambientale,
- e il modo in cui essi sono impostati per avere successo in futuro.
I paesi di tutto il mondo stanno aumentando la quota di energie rinnovabili nei loro mix energetici. La cattiva notizia è che non lo stanno facendo abbastanza rapidamente per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi. Per mantenere l’aumento della temperatura media globale “ben al di sotto” di 2°C rispetto ai livelli preindustriali, e il più vicino possibile a 1,5°C, sono necessari sforzi maggiori. La limitazione del riscaldamento globale dipende da una rapida transizione dai combustibili fossili a fonti energetiche più sostenibili. Tuttavia, molti paesi continuano a dipendere dall’energia a carbone per soddisfare la crescente domanda di energia.
Chi guida la classifica
I paesi scandinavi e dell’Europa occidentale sono in testa alla classifica, con Svezia, Norvegia e Svizzera ai primi posti. Il Regno Unito e la Francia sono le uniche economie del G7 tra le prime dieci.
Le altre grandi economie mostrano risultati contrastanti. La Germania deve affrontare le sfide derivanti dai prezzi elevati dell’energia e dall’aumento delle emissioni; ma ha un alto livello di preparazione, attribuito a istituzioni e normative forti. Gli Stati Uniti ottengono scarsi punteggi in termini di sostenibilità ambientale, ma:
- un forte ecosistema di innovazione,
- un quadro istituzionale solido
- e mercati dei capitali dinamici
contribuiscono ad aumentare il grado di preparazione.
La Colombia, il Brasile e la Russia hanno sistemi energetici ben funzionanti grazie alle abbondanti risorse naturali; ma hanno anche bassi livelli di preparazione a causa delle lacune nel capitale umano e delle sfide nelle loro istituzioni e nei loro quadri normativi.
Livelli di preparazione
Il rapporto identifica i paesi che dimostrano livelli di preparazione superiori alla media, nonostante le classifiche inferiori rispetto alle prestazioni attuali, suggerendo la possibilità di passare a sistemi energetici più avanzati. Tra questi, la Repubblica di Corea, la Giordania e il Kenya. L’aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica in queste ultime, ad esempio, ha portato a una significativa espansione dell’accesso all’energia.
Anche la Cina ha ottenuto lo status di “balzo in avanti” grazie ai recenti impegni per i veicoli elettrici e all’impegno politico per affrontare le sfide ambientali, compresi i passi avanti verso la creazione di un mercato di scambio delle quote di emissione di carbonio. Le sue prestazioni sono penalizzate dal basso livello di sostenibilità ambientale.
L’India ha migliorato le sue prestazioni compiendo passi avanti verso l’accesso all’energia e riducendo le sovvenzioni energetiche. L’India ha adottato una serie di misure coraggiose, in particolare per quanto riguarda la diffusione delle energie rinnovabili e l’efficienza energetica, e si classifica come “Paese emergente” che si sta rapidamente avvicinando alla categoria dei paesi emergenti.
I Paese con punteggi Energy Transition Index elevati che hanno ottenuto buoni risultati per quanto riguarda la loro disponibilità alla transizione energetica, con la Finlandia in cima alla lista, seguita dalla Danimarca e dall’Austria in terza posizione presentano aspetti comuni:
- quadri normativi stabili,
- un contesto imprenditoriale innovativo in grado di attrarre investimenti,
- e un forte impegno politico per la transizione energetica.
In fondo alla classifica
Al contrario, i paesi in fondo alla classifica spesso non dispongono di quadri normativi efficaci e soffrono di instabilità politica. I conflitti geopolitici in corso o la dipendenza da infrastrutture per la produzione di energia elettrica basate sui combustibili fossili limitano le opportunità di sviluppare le condizioni per la transizione energetica, afferma il rapporto. Gli esportatori di combustibili fossili, come la Nigeria, il Mozambico e il Venezuela, devono affrontare importanti barriere alla transizione energetica, così come i paesi con un consumo di carbone sproporzionatamente elevato, come il Sudafrica e la Mongolia. Nonostante l’elevato contributo del settore energetico allo sviluppo economico e alla crescita grazie alle grandi riserve di combustibili fossili, la Nigeria si colloca nella parte inferiore del 10% dei paesi del rapporto, con bassi punteggi complessivi del sistema e la mancanza di infrastrutture abilitanti.
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