Cresce del 7,5% il costo dell’energia per le piccole imprese secondo Confartigianato Studi

Nel quarto trimestre del 2018 prosegue l’escalation del costo dell’energia elettrica per le piccole imprese. Il costo medio nel 2018 registra una crescita del 7,5% rispetto all’anno precedente, la più intensa dal 2012.

Questi aumenti sarebbero stati più intensi se l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente non avesse confermato lo ‘scudo’ sugli oneri che ne ha bloccato l’aumento.

Il 22 ottobre, nel corso dell’evento di inaugurazione della Settimana dell’energia di Confartigianato Lombardia, è stato presentato l’aggiornamento dell’Indice Confartigianato del costo annualizzato dell’energia elettrica sul mercato di maggior tutela di una Micro-piccola impresa (MPI), con potenza impegnata 45 kW e consumo annuo 59 MWh.

L’Indice sale a 12.644 euro e cresce del 6,0% rispetto al trimestre precedente (712 euro in più) e dell’11,9% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (1.342 euro in più) toccando il valore massimo dall’inizio delle rilevazioni nel 2012.

La forte crescita del costo dell’elettricità accentua la perdita di competitività delle piccole imprese, sulle quali grava lo spread di costo con i competitor europei ed un maggiore prelievo per oneri generali di sistema che nostri recenti studi hanno stimato pari a 1,3 miliardi di euro.

Sulla crescita dei prezzi dell’elettricità hanno agito diversi fattori, come evidenziato nella nota dell’Autorità: le quotazioni internazionali delle materie prime energetiche, la crescita senza precedenti del prezzo dei permessi di emissione di anidride carbonica e le limitazioni sul livello di attività per 22 reattori nucleari su 58 in Francia per manutenzioni straordinarie o limitazioni nell’uso di acqua di refrigerazione causate dalle elevate temperature estive.

L’esame della dinamica delle componenti della bolletta elettrica delle imprese evidenzia che la crescita rilevata in ottica congiunturale è da imputarsi esclusivamente all’intenso aumento del 12,8% (+712 euro) della Spesa per la materia energia in quanto sono stabili sia gli Oneri fiscali e parafiscali sia Spesa per il trasporto e la gestione del contatore.

L’aumento rilevato in ottica tendenziale è da imputarsi alla crescita del 29,2% (+1.415 euro) della Spesa per la materia energia, mentre gli Oneri fiscali e parafiscali sono in lieve diminuzione dello 0,7% (-30 euro) e la Spesa per il trasporto e la gestione del contatore è in flessione del 2,3% (-43 euro).

Nel dettaglio la Spesa per la materia energia continua a seguire un trend di aumento: nel quarto trimestre 2018 è pari a 5.623 euro e tocca il massimo dall’inizio delle rilevazioni sfiorando il raddoppio (+97,3%) rispetto al minimo di 2.850 euro del II trimestre 2016.

Grazie allo ‘scudo’ la Spesa per oneri di sistema si ferma sui 3.770 euro già registrati nel terzo trimestre 2018, pressoché in linea con il valore minimo dall’inizio delle rilevazioni (3.747 euro del secondo trimestre 2017).

Alla luce delle recenti dinamiche la Spesa per la materia energia sul costo totale è la voce più rilevante del costo totale e tocca il 49,6% – 44,5% di componente Energia e 5,1% di Dispacciamento – con un gap di 13,9 punti percentuali rispetto agli Oneri fiscali e parafiscali (35,7% del costo totale, di cui 29,8% per Spesa per oneri di sistema e 5,8% per Accise), il valore massimo dall’inizio delle rilevazioni nel quarto trimestre 2013.

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