Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto de Ministero dell’Ambiente che approva la graduatoria dei progetti ammessi al finanziamento della progettazione preliminare e definitiva degli interventi di rimozione dell’amianto dagli edifici pubblici. Si tratta di circa 870 mila euro per 140 interventi in oltre 100 comuni e saranno destinati agli edifici pubblici nei quali debbono essere svolti interventi di rimozione e smaltimento dell’amianto e del cemento-amianto presente in coperture e manufatti.
“Questi finanziamenti – ha spiegato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – sono una grande opportunità per liberare dall’amianto tante strutture pubbliche disseminate su tutto il territorio nazionale e insieme per dare stimolo al sistema delle imprese che opera in questo settore. La lotta contro l’amianto è ancora lunga e c’è ancora tanto lavoro da fare. Il nostro impegno finora è stato profuso nel velocizzare il trasferimento delle risorse, l’aumento della progettualità, la trasparenza su un problema spesso invisibile e dunque ancor più pericoloso per le persone. Per questo, questi interventi sono estremamente necessari proprio perché risolvono criticità presenti in quegli edifici più sensibili come le scuole o dove sono presenti situazioni particolarmente a rischio come l’amianto friabile”.
Questa tranche di finanziamenti riguarda la seconda annualità delle richieste ammesse al contributo per le quali costituisce titolo preferenziale la collocazione in un raggio non superiore a 100 metri da asili, scuole, parchi giochi, strutture di accoglienza, ospedali e impianti sportivi. Altri criteri sono la presenza di un progetto definitivo / attuabile in 12 mesi, l’esistenza di una segnalazione da parte degli enti di controllo sanitario o di tutela ambientale sulla presenza di amianto, la collocazione in un sito d’interesse Nazionale o la presenza nella mappatura dell’amianto. La lista approvata dal decreto contiene anche una tabella riguardante le richieste di finanziamento ammesse con riserva per le quali il Ministero dell’Ambiente ha inviato ai comuni una richiesta di integrazione documentale e risultano allo stato attuale in fase di attesa della documentazione integrativa richiesta.