La bolletta elettrica delle PMI italiane continua ad essere un vero e proprio salasso. Inoltre premia le aziende che consumano di più un paradossoper gli imprenditori. Ufficio studi di Confartigianato ha rilevato che, a fronte di un drastico calo della spesa per la materia energia, giù del 27,7% nel secondo trimestre del 2019 rispetto a quello precedente, sono aumentati del 5,2% gli oneri fiscali e parafiscali pagati in bolletta. Scende il prezzo dell’energia elettrica, ma aumentano le tasse per le imprese.
Il risultato è che la bolletta elettrica dei piccoli imprenditori italiani è così composta
- 41,9% da tasse e oneri di sistema vari,
- 35,5% dal costo dell’energia,
- 16,4% dalle spese di trasporto e gestione
- 6,4% dalle accise.
Una situazione paradossale, che continua a mettere a repentaglio le PMI che già oggi devono subire l’ingiusto principio per cui più consumi e meno paghi. L’Indice Confartigianato del costo dell’energia elettrica ha scoperto che le imprese più piccole, quelle in bassa tensione, consumano poco più del 34% dell’energia ma pagano il 41,9% di oneri di sistema. Le grandi aziende, che lavorano in alta tensione, consumano il 19,2% dell’energia elettrica ma pagano soltanto il 9,3% di oneri. Una disparità di trattamento che rappresenta un conto salato da pagare per le piccole imprese. Conto pari a 1,3 miliardi di euro in più rispetto all’industria; una stortura nel tentativo di ridurre i consumi e l’inquinamento atmosferico, con cui devono convivere i nostri imprenditori.
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