ELETTRICITA’: 54,3% DEI CLIENTI DOMESTICI HA SCELTO IL MERCATO LIBERO. ANCORA IN CRESCITA IL NUMERO DEI VENDITORI A 739 (+16 UNITA’ RISPETTO AL 2019). Sono i dati del rapporto annuale ARERA 2021, da poco pubblicato.
Il numero complessivo dei punti di prelievo è rimasto sostanzialmente invariato (-0,2%) a poco meno di 37 milioni, di cui 29,8 milioni domestici e 7,1 milioni non domestici. Nell’ambito dei clienti domestici, i residenti rappresentano l’80% dei punti di prelievo e l’87,8% dei consumi. La potenza fino a 3 kW rimane la tipologia contrattuale più diffusa tra i clienti domestici
residenti (71,4%), ma in diminuzione rispetto all’anno precedente (71,9%), riconducibile a un maggiore fabbisogno di potenza legato ai periodi di lockdown. Nel 2020 il tasso di switching (cambio fornitore) delle famiglie è rimasto sui livelli del 2019 (circa 13%). Guardando ai dati del mercato finale della vendita, il 54,3% dei clienti domestici si trova nel mercato libero (in aumento rispetto al 49,3% del 2019). Risale leggermente la differenza dei consumi medi tra famiglie nel mercato libero, mediamente 2.109 kWh/anno, e in quello tutelato, 1.886 kWh/anno, a causa di un incremento del consumo medio unitario dei punti in tutela (0,9%) inferiore a quello emerso per i punti nel libero (2,2%). Lato offerta, anche nel 2020 è cresciuto, seppur di poco, il numero dei venditori sul mercato retail (+16 unità nel mercato libero), raggiungendo il numero di 739 operatori e confermando un trend di espansione che procede ininterrottamente dalla liberalizzazione del 2007. L’operatore dominante dell’intero mercato elettrico italiano resta il gruppo Enel, quest’anno con una quota in lieve discesa, dal 36% del 2019 al 35,6% dei volumi venduti, seguito a grande distanza da Edison (in aumento al 5,9%) e da A2A (al 5,5%). Complessivamente, i primi cinque operatori detengono l’80% del settore domestico (l’82,5% nel 2019), anche se complessivamente, rispetto al 2018, si mantiene stabile il livello di concentrazione del mercato, con la quota dei primi tre operatori passata dal 46,8% al 47% delle vendite complessive. In termini di prezzo medio finale (al netto delle imposte), la maggior tutela presenta valori di prezzo più bassi del mercato libero, con una differenza del -23,6%.
Rispetto all’anno precedente, vi è stato un aumento generalizzato dei differenziali tra i due mercati, che discende dalla diversa evoluzione degli stessi. Il mercato libero presenta valori quasi uguali
all’anno precedente, mentre il servizio di maggior tutela subisce una diminuzione media del 20%. Riduzione che riflette il forte calo delle quotazioni nei mercati all’ingrosso verificatesi nel 2020, anche in seguito al diffondersi della pandemia. Per contro, il mercato libero, essendo caratterizzato dalla predominanza di contratti a prezzo bloccato per un periodo predeterminato, ha trasferito in misura ridotta le riduzioni ai clienti.