Il mercato italiano della smart home vale attualmente 566 milioni di euro e arriverà a quota un miliardo nel 2023. Questo, in estrema sintesi, il risultato del rapporto Smart Home, Internet of Things nelle case italiane, a cura del Centro Studi TIM.
Nel mondo il mercato dello Smart Home vale circa € 68 Mrd nel 2020, per raggiungere circa € 110 Mrd nel 2023, grazie a un incremento medio annuo di circa il 17%1. USA e Cina sono i principali mercati mondiali e sono cresciuti rispettivamente del 20 e del 40% nel corso del 2019, mentre per il 2020, a causa dell’impatto del Covid, ci si aspetta un sostanziale congelamento della crescita. In Europa i paesi con maggior valore del mercato sono Germania e Inghilterra con circa € 3,2 Mrd, mentre Italia e Spagna sono il fanalino di coda per valore del mercato ma con le migliori prospettive di crescita.
Anche per l’Europa il mercato della Smart Home ha registrato una battuta d’arresto, sia in termini di ricavi sia in termini di oggetti venduti, tuttavia per una serie di ragioni, sembra invece allargarsi la base dei clienti che utilizzano oggetti di Smart Home. In sostanza, si sono venduti meno oggetti smart, ma ad un numero più ampio di famiglie rispetto al passato. Per il 2021 la crescita dovrebbe quindi ripartire con l’intensità pregressa, se non ancora maggiore. Queste aspettative di crescita sono per altro suffragate da recenti indagini di mercato relative al mercato statunitense riconducibili ad una tendenza che in realtà si estende ad entrambe le sponde dell’Atlantico.
La permanenza prolungata nella propria abitazione durante il lockdown, spesso connessa al fenomeno dello smart working, ha stimolato il ripensamento degli spazi domestici in ottica smart: del 46% dei rispondenti di un’indagine Doxa svolta in Italia dopo il lockdown che vorrebbe apportare modifiche alla propria casa, il 16% lo farebbe per migliorarne le dotazioni tecnologiche, mentre l’11% per aumentarne l’efficienza energetica.
Per il 90% degli italiani la casa è in cima alla lista delle priorità, ma quasi la metà degli italiani (48%) si dice non pienamente o solo parzialmente soddisfatto della propria casa,2 con una differenza legata all’età e al reddito, oltre che alla tipologia di casa e al titolo di godimento dell’immobile.
Le motivazioni di tale insoddisfazione sono da ricondurre ad alcuni elementi specifici, fra cui predominano ovviamente le caratteristiche strutturali degli edifici, ma anche il desiderio di vivere in case più efficienti a livello energetico, con conseguente beneficio sia a livello ambientale sia economico, e più intelligenti, ovvero predisposte alla tecnologia per programmare con semplicità alcune attività. La casa ideale ha un collegamento internet veloce e stabile, è connessa con il wi-fi e controllabile dall’esterno attraverso lo smartphone, con sistemi di sicurezza avanzati, e rilevatori di perdite e guasti.
Tra gli aspetti fondamentali per lo sviluppo del mercato italiano si trovano soprattutto l’affidabilità delle soluzioni di sicurezza e per la privacy, in particolare rispetto agli Smart Speaker, nonché le difficoltà legate alla compatibilità tra diverse soluzioni proprietarie.
Lo sviluppo del mercato italiano della Smart Home sarà accompagnato dall’implementazione di strumenti e servizi che garantiranno alti standard di sicurezza: un italiano su due (55%) preferisce non condividere i propri dati personali anche a casa, analogamente a quanto vale per inglesi (52%), francesi (53%) e tedeschi (47%). Anche per questo motivo si arricchisce il livello di sicurezza delle nuove tecnologie di connessione wireless tramite le quali i dispositivi della smart home si scambiano le informazioni (es. standard WiFi 6), si sperimentano nuove soluzioni assicurative e si rafforza il livello di sensibilizzazione dei cittadini attraverso campagne informative mirate delle istituzioni europee e nazionali.