Il nuovo modello per le temperature estreme in Italia

Quattro ricercatori italiani, Stefano Amendola, Filippo Maimone, Vinicio Pelino, Antonello Pasini, hanno pubblicato sul prestigioso International Journal of Climatology, uno studio sui cambiamenti delle temperature estreme in Italia negli ultimi decenni.

In un regime di riscaldamento globale, particolare attenzione deve essere prestata ai possibili cambiamenti di temperature estreme prolungate, su scala regionale, a causa del loro forte impatto. Ma, mentre l’aumento della temperatura media è statisticamente significativo e inequivocabile, non sappiamo se il comportamento degli eventi estremi sia un altro segnale significativo di cambiamento climatico o se sia ancora compatibile con un “clima costante”, cioè con una distribuzione stazionaria delle temperature. Nel saggio viene proposto un metodo per studiare gli estremi attraverso l’analisi dell’andamento dei nuovi record storici delle temperature medie mensili, che viene applicato ai dati sull’Italia, un paese colpito da un riscaldamento più forte della media globale.

Un’analisi approfondita di un dataset di 56 anni per 54 stazioni italiane e l’utilizzo delle simulazioni di Monte-Carlo permette di ottenere l’evidenza di un cambiamento climatico anche dall’analisi degli estremi. Questa analisi viene effettuata sia a livello nazionale che per gruppi di stazioni. I risultati mostrano che il numero di record caldi aumenta più di quanto previsto da una “legge climatica” costante, raggiungendo o addirittura superando in alcuni mesi il 95° percentile: maggio, giugno, luglio, luglio e soprattutto agosto appaiono come i più significativi in questo senso. Viceversa, il numero di record di freddo si trova spesso vicino al quinto percentile o addirittura sotto di esso; inoltre, in molti mesi i record di freddo sono molto pochi dopo la metà degli anni Novanta. Alcuni mesi, tuttavia, possono essere visti come “isole stazionarie”. Ad esempio, il comportamento del numero di record caldi in dicembre e gennaio segue da vicino l’ipotesi di un clima costante, anche se, al contrario, i record di freddo di gennaio si trovano sotto il quinto percentile.

 

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