Un recente rapporto ISPRA, analizza l’Emissione atmosferica di CO2 nel settore elettrico, in specifico è descritto l’andamento della produzione elettrica con particolare attenzione alle
diverse fonti.
Lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore elettrico ha subito un rilevante impulso negli ultimi anni nonostante l’arresto dell’andamento positivo osservato nel 2015 e confermato dai dati preliminari per il 2016. La quota di energia elettrica rinnovabile rispetto alla produzione totale lorda è passata dal 15,3% del 2007 al 43,1% del 2014 per scendere nuovamente nel 2015 al 38,5%. Lo sviluppo dell’energia elettrica rinnovabile consegue le politiche di riduzione delle emissioni di gas serra e di incremento delle fonti rinnovabili rispetto ai consumi finali. Tale incremento è stato possibile attraverso diverse misure quali incentivazione delle fonti rinnovabili nel settore elettrico e priorità di dispacciamento dell’energia elettrica da fonti rinnovabili. Pertanto a partire dal 2007 la crisi economica ha ridotto drasticamente i consumi totali aumentando nel contempo la quota delle fonti rinnovabili.
Per quanto riguarda l’emissione atmosferica di CO2 nel settore elettrico si osserva una rapida diminuzione dei fattori di emissione per la generazione elettrica. I risultati dell’analisi della decomposizione possono essere sintetizzati come segue:
- le emissioni di CO2 sono diminuite da 126,2 Mt nel 1990 a 93,6 Mt nel 2015, mentre la produzione lorda di energia elettrica è passata nello stesso periodo da 216,6 TWh a 283 TWh; i fattori di
emissione di CO2 per la generazione di energia elettrica mostrano quindi una rapida diminuzione nel periodo 1990-2015. Considerando anche la quota di emissioni dovute alla produzione di calore nel 2015 le emissioni di CO2 del settore elettrico ammontano a 106,7 Mt; - nel periodo 1990-2015 le emissioni metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) rappresentano mediamente lo 0,37% delle emissioni di gas a effetto serra dagli impianti esclusivamente dedicati alla produzione elettrica, esclusi quindi gli auto produttori;
- l’analisi della decomposizione mostra che storicamente l’aumento dell’efficienza tecnologica nel settore termoelettrico e il connesso incremento della quota di gas naturale hanno avuto un ruolo
dominate nella diminuzione delle emissioni di CO2, tuttavia negli ultimi anni il significativo incremento della quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili assume un ruolo prevalente
rispetto agli altri fattori considerati; - l’analisi della decomposizione dei consumi elettrici mostra che l’efficienza contribuisce alla riduzione delle emissioni atmosferiche solo nel settore industriale che rivela una struttura piuttosto eterogenea per i diversi comparti, mentre nel settore terziario la diminuzione dei fattori di emissione è compensata dall’incremento dei consumi elettrici. Nel settore domestico si ha un forte disaccoppiamento tra consumi elettrici e corrispondenti emissioni atmosferiche.
I fattori di emissione forniti nel presente studio Emissione atmosferica di CO2 nel settore elettrico consentono di effettuare una stima delle emissioni di CO2 evitate in seguito al contributo di diverse componenti e l’analisi della decomposizione fornisce una quantificazione del relativo contributo. In termini pratici, utilizzando i fattori di emissione per i consumi elettrici stimati per il 2015, il risparmio di un kWh a livello di utenza consente di evitare l’emissione in atmosfera di un quantitativo di CO2 pari al rispettivo fattore di emissione nazionale, ovvero 315 g, mentre la sostituzione di un kWh prodotto da fonti fossili con uno prodotto da fonti rinnovabili consente di evitare l’emissione di 544 g CO2. Tali dati possono essere utili per valutare, in termini comparativi, le prestazioni di diversi interventi nel settore elettrico.