Costruito all’interno del campus della ‘Città della Scienza e della Tecnologia’ di Borg-el-Arab a circa 40 chilometri da Alessandria d’Egitto, l’impianto solare termodinamico è stato realizzato dal progetto MATS (Multipurpose Applications by Thermodynamic Solar), coordinato dall’ENEA.
La centrale è basata sulla tecnologia ideata dal premio Nobel Carlo Rubbia e sviluppata dalla stessa ENEA con l’uso di sali fusi alla temperatura massima di 550°C come fluido di processo e un sistema di accumulo termico per distribuire l’energia anche in assenza di radiazione solare. Combinato con altri combustibili ‘tradizionali’, l’impianto può fornire in modo stabile 5 MW di calore ad alta temperatura, fino a 1 MW di energia elettrica e circa 250 m3 al giorno di acqua dissalata, soddisfacendo i consumi di una comunità di oltre 1.000 abitanti. L’impianto è stato integrato nelle reti locali di distribuzione di elettricità, gas e acqua anche se può lavorare anche off-grid.
L’impianto, che occupa uno spazio di 10mila m2 dove 18 specchi parabolici lunghi ciascuno 100 metri “captano” e concentrano le radiazioni solari, è stato inaugurato alla presenza dell’ambasciatore d’Italia al Cairo Giampaolo Cantini e dell’ambasciatore Ue Ivan Surkos, dei ministri egiziani dell’Elettricità e Fonti rinnovabili, Mohamed Shaker, e dell’Università e Ricerca, Khalid Atef Abdul Ghaffar, e del presidente dell’Accademia per la ricerca scientifica d’Egitto (ASRT), Mahmoud Sakr.
“Il progetto MATS dimostra sia la validità della tecnologia tutta italiana, e in particolare di quella ENEA, del solare termodinamico, sia la capacità di ricerca, università e industria di mettere a sistema le proprie competenze cooperando in modo efficace con le realtà locali”, sottolinea Tommaso Crescenzi, responsabile della divisione “Solare Termico e Termodinamico” dell’ENEA.