Rapporto ASviS 2017: l'Italia e lo sviluppo sostenibile

Il Rapporto ASviS 2017 conferma che, nonostante i progressi compiuti in alcuni campi nel corso degli ultimi anni, l’Italia continua a non essere in una condizione di sviluppo sostenibile come definita dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata, il 25 settembre del 2015, dai 193 Paesi dell’ONU.

E non sarà in grado di centrare né i target da raggiungere entro il 2020, né quelli fissati al 2030, a meno di un cambiamento radicale del proprio modello di sviluppo. In assenza di tale cambiamento, nonostante il ritorno della crescita economica misurata in termini di Prodotto interno lordo, povertà, disuguaglianze e degrado ambientale, tanto per citare alcuni fenomeni di maggiore rilievo, non verranno ridotti drasticamente, come previsto dall’Agenda 2030.
A livello internazionale, gli ultimi dodici mesi hanno visto il moltiplicarsi di ricerche, impegni formali e azioni concrete da parte di governi, imprese, soggetti della società civile per raggiungere, entro il 2030, i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals) previsti dall’Agenda. Tali attività (dalla ratifica dell’Accordo di Parigi sulla lotta ai cambiamenti climatici, all’impegno per l’Agenda 2030 ribadito nel G7 a presidenza italiana e nel G20 a presidenza tedesca) hanno fatto sì che gli SDGs stiano diventando, in meno di due anni, un riferimento comune a livello globale, un risultato senza precedenti.
Nel corso dell’ultimo anno l’attenzione del nostro Paese all’Agenda 2030 è cresciuta molto. La situazione italiana presenta progressi, ma anche gravissimi ritardi, soprattutto nell’adozione di strategie fondamentali per il futuro del Paese, da quella energetica a quella per la lotta ai cambiamenti climatici. Peraltro, molti dei provvedimenti presi negli ultimi dodici mesi, pur andando nella giusta direzione, non sembrano in grado di assicurare il raggiungimento degli SDGs e di rispettare gli impegni internazionali presi dall’Italia (come quelli sulla povertà, sulla riduzione delle emissioni e sulla qualità degli ecosistemi), non essendo inseriti in una visione sistemica, chiaramente comunicata agli operatori economici e alla società italiana.
Gli indicatori compositi calcolati dall’ASviS, presentati per la prima volta in questo Rapporto, registrano nel corso degli ultimi anni, un miglioramento per nove Obiettivi (Fame e alimentazione, Salute e benessere, Educazione di qualità, Uguaglianza di genere, Infrastrutture resilienti, Modelli sostenibili di consumo, Riduzione dei gas serra per combattere il riscaldamento climatico, Tutela dei mari e Giustizia per tutti), un sensibile peggioramento per quattro (Povertà, Gestione delle acque, Disuguaglianze ed Ecosistema terrestre), mentre la situazione resta statica per i restanti quattro (Energia, Occupazione, Città sostenibili e Cooperazione internazionale).
 

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