In 10 comuni italiani saranno avviati i primi cantieri del piano Casa Italia con cui si intende sperimentare sul territorio metodi diagnostici e soluzioni progettuali innovative, privilegiando interventi non invasivi che consentano alle persone di poter continuare a vivere nel proprio ambiente. Le tipologie costruttive oggetto della sperimentazione saranno edifici residenziali di proprietà pubblica.
Per realizzare il progetto sono stati individuati dieci Comuni, in base ai seguenti criteri:
- pericolosità sismica, privilegiando comuni localizzati nelle aree a più alta pericolosità sismica;
- molteplicità delle fonti di pericolo, selezionando comuni che uniscano al rischio sismico quello idrogeologico e, in almeno uno dei casi, fenomeni di tipo vulcanico o di maremoto;
- caratteristiche sociali e demografiche, con l’obiettivo di attuare la sperimentazione in aree che uniscano alle problematiche ambientali anche alcuni aspetti significativi di vulnerabilità sociale e di esposizione demografica;
- dispersione territoriale, limitando i casi a non più di uno per Regione.
Dalla sperimentazione sono stati esclusi i comuni che appartengono alle aree interessate da eventi sismici verificatisi a partire dal terremoto del 2009, per evitare interferenze con le azioni di ricostruzione già in corso.
I 10 comuni selezionati per il primi cantieri di Casa Italia sono:
1. Catania
2. Reggio di Calabria
3. Isernia
4. Piedimonte Matese
5. Sulmona
6. Sora
7. Foligno
8. Potenza
9. Feltre
10. Gorizia
L’ammontare degli interventi è stato stimato in circa 2,5 milioni di euro per ciascun cantiere e, quindi, complessivamente in 25 milioni di euro per l’intero programma, risorse che sono già state individuate.
Obiettivi specifici dei cantieri:
- sperimentare soluzioni costruttive innovative, in grado di aumentare la sicurezza degli abitanti a fronte di eventi sismici, mantenendo nel contempo l’edificio vivibile e utilizzabile durante tutte le fasi dell’intervento;
- derivare, a valle della sperimentazione, linee guida che possano costituire un riferimento per interventi estesi all’intero territorio nazionale;
- rappresentare occasioni di un più ampio coinvolgimento sul tema della sicurezza, sia a livello locale che in ambito nazionale;
- consentire una riflessione “dal basso” sulle politiche adottate in passato per promuovere la sicurezza.